Brevi cenni storici sulla vita di Morihei Ueshiba
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Il fondatore dell'aikido nacque nel 1883 a Tanabe, un piccolo villaggio a poca distanza da Osaka, da Yoroku Ueshiba un piccolo proprietario terriero.
Debole di salute e nel fisico Morihei fu portato dal padre a praticare nuoto e arti  marziali fin da piccolo al fine di irrobustirlo.
Molto dotato per la matematica e la contabilità trovò impiego presso l'ufficio tributario di Tanabe dal quale dovette però presto dimettersi poiché, a causa del suo impegno sociale in difesa degli interessi dei contadini e dei pescatori, era entrato in constrasto con le autorità del posto.
Fu quindi costretto a trasferirsi a Tokio dove, dopo aver fatto diversi lavori, acquistò  un locale dove aprì una libreria-cartoleria.
All'età di vent'anni si arruolò nell'esercito.
Avendo già praticato arti marziali e grazie al suo carattere eccelse in tutte le attivià di combattimento impratichendosi anche nell'uso delle baionetta.
Partito per  il   fronte col  suo reggimento combattè  in Manciuria guadagnandosi il grado di sergente sul campo grazie alle sue doti di coraggioso combattente.
Alla fine del servizio militare anziché entrare in accademia, come gli venne offerto, preferì tornare a Tanabe per dedicarsi all'agricoltura.
Non vi restò molto e aderì ad un progetto del governo giapponese che per valorizzare l'isola di Hokkaido offrì incentivi a quanti vi si volessero trasferire.
Riunì  un numero  considerevole di famiglie con le quali si stabilì in quello che diverrà il villaggio di Shirataki.
Lì si dedicò all'agricoltura, all'allevamento del bestiame, creò anche una cooperativa del latte e contribuì attivamente alla realizzazione di infrastrutture quali  la scuola, l'infermeria, negozi e luoghi di culto.
Partecipò alla vita politica come consigliere.
Nel febbraio del 1915 avvenne un incontro fondamentale per la nascita dell'aikido: conobbe il Maestro Takeda.
Sokaku Takeda discendeva da un'antichissima famiglia di samurai la quale si tramandava di generazione in generazione una forma di ju jutsu denominata Daito ryu nel quale l'aikido moderno affonda palesemente le sue radici.
Sokaku fù il primo a divulgare il daito ryu che era stato fino ad allora tramandato in segreto all'interno della famiglia Takeda.
Ueshiba fu subito affascinato dalle tecniche di Takeda e decise di seguirne l'insegnamento, cosa che non gli costò poco in tempo e denaro, arrivò ad invitare il  Maestro a casa sua per farsi impartire lezioni private.
Nel 1919 alla notizia del cattivo stato di salute del padre lasciò la casa a Takeda per tornare a Tanabe e durante il viaggio  incontrò un altro personaggio che inciderà profondamente sulle scelte di  vita del  Maestro Ueshiba:  Onisaburo Deguchi, un mistico che aveva fama di avere straordinari poteri.
Arrivato a Tanabe Ueshiba seppe della morte del padre e ne rimase molto segnato tanto che dopo qualche mese di meditazione decise di trasferirsi con la famiglia ad Ayabe dove sorgeva il tempio di Omoto-Kyo, la setta religiosa guidata da Onisaburo Deguchi.
Qui Ueshiba anche per superare il dolore della morte del padre ricercò quello che sentiva mancargli e cioè una forza che andava al di là della forza che fino ad allora aveva raggiunto con lo studio delle arti marziali, sviluppando quello che sarà l'aspetto spitiruale ed etico dell'aikido.
L'Omoto Kyo aveva come ideali la fratellanza fra i popoli e l'amore universale.
Deguchi a causa delle sue idee fù osteggiato dalle autorità e venne anche arrestato con la moglie Sumiko, inoltre dal 1935 al 1945 furono vietate tutte le attività della setta, attività alle quali diede il suo contributo Ueshiba, tanto da accompagnare nel 1926 il reverendo Deguchi, in qualità di guardia del corpo e con pochi altri componenti della setta, in Mongolia, allora dilaniata dalla guerra, con l'intento di stabilire un'alleanza all'insegna della pace tra i popoli tramite le religioni.
La spedizione non ottenne i risultati sperati e le utopistiche aspiraioni di quel gruppo di idealisti fù presto sventato dalle truppe cinesi che li imprigionarono e li avrebbero fucilati senza l'intervento del Console giapponese che li fece rimpatriare.
Dopo questa esperienza Ueshiba, consigliato dallo stesso Deguchi, prese le distanze dall'Omoto Kyo per intraprendere l'insegnamento delle arti marziali.
Si trasferì a Tokyo dove crebbe la sua fama ed ebbe, tra i suoi allievi, militari di alto grado e nobili.
In quell'epoca ricevette  la visita dell'illustre Professor Jigoro Kano, fondatore del moderno judo, il quale affascinato dall'arte di Ueshiba mandò due dei suoi migliori allievi ad esercitarsi da lui.
Uno era Jiro Takeda e l'altro Minoru Mochizuki che in seguito elaborò lo Yoseikan aikido diventato poi Yosekan budo del quale il figlio Hiroo ora è caposcuola.
Durante la seconda guerra mondiale Ueshiba si ritirò a Iwama in una tenuta dove si potè  dedicare  all'agricoltura ma principalmente alla preghiera e all'allenamento lontano dal dojo di Tokyo e dalle problematiche gestionali che lasciò al figlio Kissomaru e ad altri suoi allievi.
Kissomaru Ueshiba era il terzo di quatro figli, il primo ed il secondo genito morirono ancora piccoli. Inuitle porre l'accento su quanto questi eventi possano aver pesato sull'anima del Maestro.
Dalla metà degli anni 1950 Ueshiba intensificò i suoi viaggi per insegnare a Tokyo, ad Osaka, a Wakayama spostandosi continuamente.
Alla morte del  Maestro Ueshiba, avvenuta il 26 aprile 1969, l'aikido veniva già divulgato all'estero con grande successo nelle sue diverse forme.
Nell'ultima fase della sua vita 'O Sensei praticava un aikido caratterizzato da movimenti brevi ed efficaci probabilmente  adeguati al suo fisico da anziano, comunque sia questi movimenti sono il frutto di  continuo studio e di  una vita di esperienza e di pratica.
Questa fase di  sviluppo dell'aikido la ritroviamo negli insegnamenti del Maestro Hirokazu Kobayashi di Osaka ormai scomparso ma che ci ha lasciato un bagaglio tecnico  intenso con   principi  quali   il  meguri  che  rappresentano  l'espressione più evoluta e sofisticata di quest'arte marziale.

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